GRAVIDANZA

Sintomi aborto spontaneo: quello che c’è da sapere

Se sei incinta o stai per esserlo è importante che tu conosca le cose fondamentali per essere preparata e fare prevenzione

E’ più frequente di quanto si possa pensare. Per questo è molto utile sapere prima quali sono i sintomi di un aborto spontaneo, le cause e quali i comportamenti a rischio e quelli, invece, opportuni da tenere.
Sapere può aiutarti ad affrontare una esperienza che non ti auguro ma che capita a tutte (ti ho già aperto il mio cuore qui parlandoti della mia esperienza di aborto spontaneo )

Per aborto spontaneo si intende la perdita di un bambino nelle prime 20 settimane di gravidanza.
E’ uno dei problemi più comuni legati alla gestazione e di solito arriva in quelle che vengono definite gravidanza a rischio.

Ci sono molte statistiche su questo fenomeno naturale ma si può certamente dire che un aborto spontaneo può capitare tra il 20 ed il 40% delle gravidanze ed è una causa naturale.

Cioè è la natura stessa che decide così per salvaguardare la specie dall’estinzione (proprio così: si chiama selezione naturale).
La percentuale è destinata a salire anche oltre il 50% se la donna supera i 40 anni. Le statistiche però vanno prese con le molle perchè vengono censite solo le interruzioni di gravidanza accertate e confermate negli ospedali e non tutte quelle che avvengono normalmente.

Anzi non è raro che una donna abbia un aborto spontaneo senza sapere di essere incinta.

Come detto di seguito ti riporterò tutte le informazioni che ritengo utili che ho appreso da mie ricerche sui siti istituzionali del Ministero della Sanità e dei medici questo nella speranza possano essere utili a te o chi ti è vicino.

Sintomi aborto spontaneo. Quali sono le cause più comuni?

Molte donne incolpano se stesse o il loro comportamento se hanno un aborto spontaneo, ma nella maggior parte dei casi non c’è nulla che tu possa aver fatto per provocarlo.
E soprattutto non c’è niente che tu possa farle per impedirlo: ricordati che si tratta di un evento della natura, previsto dalla natura.
L’aborto non è causato da poco esercizio fisico, da vita sedentaria, da sesso o dal caffè preso la mattina.

La causa più comune secondo i medici è un’anomalia genetica casuale nell’embrione.

In pratica l’embrione si forma in maniera non corretta e da subito presenta criticità che non possono che aumentare crescendo e man mano che le settimane di gravidanza vanno avanti.

I problemi che potrebbero causare aborto includono:

Anomalia cromosomica

Durante la fecondazione, lo sperma e l’ovulo portano ciascuno 23 cromosomi per creare 23 paia di cromosomi perfettamente accoppiati. Questo è un processo complesso e un piccolo inconveniente può provocare un’anomalia genetica che impedisce all’embrione di crescere. I ricercatori sostengono che la genetica è la causa principale per la maggior parte degli aborti spontanei. Invecchiando, è più probabile che si verifichino questi problemi tecnici.


Squilibrio ormonale.

Circa il 15% di tutti gli aborti spontanei sono attribuiti a ormoni “squilibrati”, come livelli insufficienti di progesterone che impediscono all’uovo fecondato un corretto impianto nell’utero.


Problemi uterini.

I fibromi uterini e le cistiti all’interno dell’utero possono interferire con l’ impianto o l’afflusso di sangue al feto. Alcune donne nascono con un raro difetto al collo dell’utero che può agevolare un aborto oppure possono svilupparsi anomalie uterine in conseguenza di interventi o precedenti aborti che rendono più difficile l’impianto dell’ovulo. Un medico può determinare questi difetti con un esame ai raggi X. La maggior parte può essere curata.

Malattie croniche.

Malattie croniche come disordini autoimmuni, malattie cardiache, malattie renali, epatiche e diabete causano fino al 6% di aborti ricorrenti. Se hai una malattia cronica, trova un ostetrico esperto che possa consigliarti al meglio.


Febbre alta.

Non importa quanto tu sia in salute normalmente, se però hai febbre alta – oltre 39 – durante la gravidanza i rischi aumentano di molto. L’alta temperatura corporea nelle prime 6 settimane sono un fattore primario di interruzione di gravidanza.

Sintomi aborto spontaneo. Quali sono altri fattori di rischio?

Altri problemi che a volte possono portare all’aborto includono:

  • Uso di droga
  • fumo
  • Alcool in eccesso
  • Listeria, un batterio che può essere presente in carni poco cotte, uova crude e latticini non pastorizzati
  • Trauma materno, come un incidente d’auto
  • Alcuni farmaci
  • Età materna avanzata (oltre 35 anni)
  • Infezioni come la malattia di Lyme o la quinta malattia
  • Inquinamento atmosferico (uno studio del febbraio 2019 pubblicato su Fertility and Sterility ha rilevato che l’aumento dell’esposizione a breve termine al biossido di azoto è correlato a un rischio più elevato per l’aborto spontaneo).

SINTOMI ABORTO SPONTANEO

Le perdite di sangue posso accadere durante la gravidanza. Si tratta, a volte, di sanguinamento vaginale con piccoli versamenti trascurabili, ma altre volte il sangue può essere abbondante. Tuttavia le perdite ematiche non sono una prova certa o un sintomo di un aborto in corso. Il sangue deve essere visto più come un segnale di attenzione che deve essere indagato e scandagliato.

C’è, poi, da dire che molte donne non hanno alcun sintomo di aborto spontaneo. Può capitare in molti casi anche in presenza di una gravidanza extrauterina.

Ulteriori indizi di aborto oltre al sanguinamento includono:

  • Crampi da lievi a dolorosi e profondi, ciclici e persistenti
  • Dolore alla schiena o all’addome
  • Perdita dei sintomi della gravidanza , come nausea o vomito
  • Muco cervicale bianco-rosa
  • Presenza di tessuti o materiale simile al coagulo di sangue

Si può fermare un aborto spontaneo?


Purtroppo, non c’è modo di impedire che si verifichi un aborto una volta iniziato. E’ però necessario e urgente che un medico visiti il più presto possibile la donna per intervenire al meglio e prevenire emorragie e infezioni.

Che cos’è una gravidanza biochimica?

Una gravidanza biochimica si verifica quando un ovulo viene fecondato ma non impiantato mai nell’utero. L’uovo fecondato segnala all’organismo di iniziare a produrre hCG (gonadotropina corionica, a volte comunemente denominata “ormone della gravidanza”). In effetti tale concomitanza di eventi può risultare anche da un test di gravidanza iniziale precoce.


Dunque il test segnala l’inizio della gravidanza ma in realtà è un amezza verità.
Sfortunatamente, poiché l’uovo non riesce a svilupparsi e impiantarsi correttamente, non ci sarà alcuna evidenza clinica (un sacco gestazionale o una placenta), anzi dai comuni esami emergerà il risultato che la gravidanza non è mai partita o finita appena dopo il concepimento. In ogni caso non ci sarà alcuna gestazione.
In questo caso si potrebbe persino obiettare sul fatto di stare parlando di un aborto.

Cosa succede durante un aborto spontaneo?

A seconda della situazione medica personale e dei casi un aborto può avere varie fasi e verificarsi in maniere molto differenti tra loro.
Alcune donne iniziano ad avere sanguinamento e crampi, causati da contrazioni anche violente che servono per avviare il processo per espellere il contenuto dell’utero. In questa fase si possono percepire grossi coaguli di sangue e tessuto.
Se accade rapidamente, l’aborto è di solito completato senza complicazioni. Parliamo comunque normalmente di ore.


Si possono anche verificare casi in cui il processo abortivo non prosegue, non si conclude naturalmente e si ferma.
E’ allora necessario un intervento farmacologico per riavviare l’aborto e l’espulsione dell’ovulo e non è raro dover subire anche un piccolo intervento di raschiamento.
La natura ha predisposto il procedimento di aborto che è in molti aspetti simile a quello del parto. Vi è infatti una somiglianza nella dilatazione della cervice che dovrebbe favorire l’espulsione.
Spesso approfittando di questa apertura il medico può intervenire manualmente per la perfetta pulitura dell’utero.


Quando posso avere una nuova gravidanza dopo un aborto spontaneo?


Il medico o l’ostetrica potrebbero consigliarti di aspettare un certo periodo di tempo prima di provare a concepire di nuovo, anche se potresti non sentirti pronta a pensare di provare a concepire un altro bambino per un po’.
I medici consigliano sempre di non avere fretta e di respingere ogni tipo di pressione psicologica o sociale che spesso alberga nelle famiglie.


Prima di tutto la coppia e la donna devono sentirsi pronti per una nuova avventura e aver smaltito e metabolizzato ogni sorta di spettro, paura o ansia. Fisicamente non esiste un tempo minimo ma è comunque opportuno e consigliabile attendere la fine del primo trimestre (tra i 3 ed i 6 mesi) prima di un nuovo concepimento.


In particolare, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rilevato come per una nuova gravidanza dopo un aborto precoce spontaneo sia opportuno per la coppia far trascorrere un periodo di almeno sei mesi. Il decorso di questo tempo è necessario per consentire il pieno ripristino delle funzionalità ovariche e massimizzare le possibilità di portare avanti una nuova gravidanza senza ulteriori complicanze.

SINTOMI ABORTO SPONTANEO: QUANDO POSSO RIMANERE INCINTA DI NUOVO?

Le probabilità di una gravidanza sana e di successo dopo un aborto spontaneo sono decisamente a tuo favore: secondo alcune statistiche l’85% delle donne che hanno subito un aborto avranno successivamente una gravidanza sana e regolare.
Non ho ben capito quali sono i fattori per giustificare questo dato ma posso dirvi che è capitato anche a me per cui posso testimoniarlo.

Esami da fare prima di una nuova gravidanza

E’ buona norma, prima di intraprendere una nuova gravidanza, soprattutto nel caso di aborti ricorrenti, effettuare degli esami che consentano di accertare la presenza di eventuali cause o fattori che hanno influito sulla precedente interruzione della gestazione.
Fra i test consigliati, per iniziare, ci sono le analisi del sangue che permettono di valutare la presenza di eventuali disturbi ormonali o di deficit del sistema immunitario.


E’ consigliabile sempre una visita ed un consulto con un ginecologo che possa seguire ed indirizzare il percorso che prepara e precede la nuova gravidanza.
Inoltre, può anche essere indicato un test cromosomico di coppia per valutare se esistano incompatibilità o problemi cromosomici.
Dal punto di vista prettamente ginecologico, un esame come l’ecografia addominale o transvaginale può consentire di scoprire od escludere eventuali problemi all’utero.

Qualora il ginecologo sospetti la presenza di anomalie alla cavità uterina può indicare anche la necessità di eseguire un’isteroscopia o un’isterosalpingografia.

Questi esami implicano una indagine ampia e aperta anche al compagno.
Non è raro, per esempio, ricorrere allo spermiogramma per valutare la qualità degli spermatozoi e la compatibilità cromosomica. Lo spermiogramma è l’analisi del liquido seminale e rappresenta lo strumento principale per la valutazione della fertilità maschile.

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